L’attacco di panico può considerarsi come una metafora del mondo interno, l’ espressione di un disagio di vivere. Potremmo affermare che l’ansia rappresenta la vita che non viviamo, che non abbiamo vissuto o che non vogliamo vivere. I sintomi dell’attacco di panico sono sul piano fisiologico: tensione, nervosismo, palpitazioni, vertigini, nausee, aumento della sudorazione, debolezza, tremori, aumento della frequenza respiratoria, sensazioni di svenimento, nodo alla gola, paura di morire, di impazzire, ecc. L’attacco di panico è un evento angosciante, improvviso ed inaspettato, ed il timore che si ripresenti porta l’individuo ad avere il pensiero assillante della “paura della paura”.
Ne consegue l’instaurarsi di un circolo vizioso dal quale il soggetto cerca di uscirne mettendo in atto tutte strategie di evitamento che nel tempo portano poi alla frustrazione e all’isolamento.
La psicoterapia della Gestalt considera il sintomo, non come qualcosa che deve essere eliminato, ma in un’ottica evoluzionistica, cioè vede il sintomo come il miglior adattamento possibile che quella persona è stata in grado di trovare per rapportarsi ad un determinato ambiente.
La psicoterapia della Gestalt non si concentra sulla differenziazione tra “sano” e “malato”, bensì tra “blocco” e “fluire”. Il sintomo blocca la dinamica figura/sfondo, l’individuo non riesce più a sentire i propri bisogni e tantomeno a soddisfarli. Il compito della terapia sarà quello di ristabilire il fluire naturale di tale dinamica.
Compito del terapeuta è facilitare il recupero del sentire le proprie emozioni e aiutare il paziente a entrare in contatto con la realtà interiore.
La terapia della Gestalt aiuta a comprendere i motivi profondi che hanno causato il sintomo, insegna a giungere all’ accettazione del proprio modo di essere, con i nostri limiti e le nostre imperfezioni, restituendoci quel senso di realtà, di pace interiore e di appartenenza alla vita che avevamo perduto.