Dott.ssa Loredana Arena

Psicologo psicoterapeuta Rovigo

Studio di psicologia e psicoterapia

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Disturbi alimentari

Nella seconda metà del ‘900 , contestualmente ai cambiamenti storici e politici che hanno caratterizzato lo scorso secolo, nel mondo occidentale si assiste ad un insieme di trasformazioni antropologiche radicali del vivere sociale.
Comincia così ad insinuarsi nella popolazione un fenomeno fino ad allora poco conosciuto, ovvero disordini nel modo di alimentarsi: definiti Disturbi del comportamento alimentare, che includono l’ anoressia nervosa, la bulimia e l’iperfagia incotrollata( Binge eating disorder) .
I disturbi alimentari esprimono il rapporto tra l’organismo che vuole essere riconosciuto nella relazione , e l’ambiente che è troppo impegnato o disinteressato per dedicarsi alla relazione.
L’aumento dei disturbi alimentari è l’ eco del’ evoluzione dei rapporti familiari e del rapporto tra individuo e società .
Difatti la loro diffusione risponde alle carenze presenti nella nostra società dei valori relazionali.
Per anoressia s’intende un rifiuto di una normale e regolare assunzione di cibo, infatti il termine anoressia significa ” perdita di appetito” .
Nell’ anoressica l’aggressività viene convogliata verso il “no”., ” non ti voglio” , “non ti concederò mai di entrare dentro di me!”.
In questo “no” emerge un desiderio di affermare la propria diversità è la propria volontà per differenziarsi dai genitori.
Il non mangiare richiama una simbologia e una dinamica forte.
La bulimia nervosa, invece , è caratterizzata da ricorrenti episodi di abbuffate accompagnati dalla sensazione di perdita di controllo: la persona non riesce a smettere di mangiare o non riesce a controllare cosa e quanto sta mangiando.
Nel l’atteggiamento bulimico, il rapporto con il cibo esprime in pieno il conflitto tra : ” provo a credere che puoi aiutarmi ” e ” non riesco a reggerti dentro”.
Nell’iperfagia si evidenzia una desensibilizzazione corporea , cioè l’aspetto fisiologico viene desensibilizzato e ne consegue un’ ingestione esagerata di cibo.
Nell ‘atteggiamento dell’iperfagica si consente al cibo: “fai di me ciò che vuoi , tanto ormai non sento più nulla!”.
Il cibo, in Psicoterapia della Gestalt, è la metafora dell’altro e della relazione con l’altro.
I soggetti con disturbi anoressico-bulimico-iperfagiche, attraverso l’abbuffata , il vomito , e rifiutando il cibo , rifiutano l’Altro , in quanto hanno sperimentato sia dai primissimi anni di vita , una insufficiente fiducia nella relazione e in ciò che proviene dall’esterno.